LA ROSSA VIA DELLA MONTAGNA CITTADINA – LA FERROVIA A CREMAGLIERA PRINCIPE-GRANAROLO

di Fabio CanessaIMG_20141024_093058

Qualcuno la chiama “funicolare”, per altri è una tranvia, forse i più non sanno nemmeno della sua esistenza. Eppure è lì da oltre cent’anni, e fatica, e arranca, e si rompe e chiude e riapre. È un delicato gioiellino, la cremagliera di Granarolo, la quintessenza del trasporto pubblico genovese, il passato e – magari – il futuro, una pennellata rossa su una cartolina verticale.

In un percorso lungo un chilometro e poco più, sale di quasi 200 metri. Parte guardando il trambusto dei treni a Principe e arriva lassù, sul tetto di Genova, dove il traffico della città è un fremito lontano, le case degli anni ’60 sembrano mattoncini di Lego caduti a qualche maldestro bambino e la Genova vecchia appare piccola, ma grandiosa. Su questo trenino stanno appena 45 persone, più di quante ne salgano abitualmente. Lungo il tracciato si attraversano le strettissime creuze di San Teodoro, poi i casermoni di via Bari, e gradualmente il cemento lascia spazio al verde, e scendono anziane signore, gente di campagna, il postino che è sempre lo stesso e tutti lo conoscono. Ogni stazioncina porta a bordo saluti, chiacchiere, mugugni. – A Gioan, comm’a l’é? – Eh, a bagascia a dua! Si respira l’aria di paese e intanto vedi la city dall’ultimo piano. L’ultima stazione è sovrastata da un casotto di legno, una sorta di baita sul brullo versante di Granarolo. L’ennesima creuza si insinua tra le case del vecchio borgo, un paesino fuori dal tempo, metà sole e metà muschio, a cavalcioni tra la cinta muraria secentesca e i monti alle spalle di Sampierdarena.

E non è raro, mentre il vagone sale a stento avido di elettricità, vedersi seduto accanto qualche paonazzo turista nordeuropeo, zaino in spalla, cartina in mano e famiglia al seguito. Sì, perché da Granarolo si dipartono i sentieri che incoronano la vallata del Lagaccio, lambiscono i forti e attraversano i boschi del Peralto arrivando al Righi. Dove le arse pietraie s’interrompono di scatto appena un rigagnolo alimenta la boscaglia. Qui, nei giorni di macaia, le nubi già si possono sfiorare, quando non attraversare. Tutto a 20 minuti di cremagliera.

IMG_20141024_093205Quando vi dico che è lì da oltre cent’anni, mica esagero. La ferrovia è del 1901 e la vettura impiegata ha solo qualche anno di meno. Di fuori brilla la carrozzeria rosso fuoco, dentro un caldo legno accoglie i passeggeri. Un “sistema ettometrico” come tanti attualmente in progetto, escogitato all’inizio del secolo scorso per valorizzare i lotti edificabili a monte in assenza di una strada carrabile. La “cremagliera” in senso stretto è la rotaia zigrinata centrale, utile ad aumentare l’aderenza in virtù della forte pendenza.

IMG_20141024_100918L’impianto, gestito da Amt Genova, paga le difficoltà generali del trasporto pubblico locale e soffre di limiti logistici. La vettura è solo una e fa la spola tra Principe e Granarolo con un passaggio ogni 40 minuti. Accettabile per l’uso turistico, non il massimo per chi abita lungo il tragitto e preferisce, quando può, salire su un autobus. Meno romantico, ma più pratico. La stazione di Principe è lontana dai treni, dai bus e dalla metropolitana. A sprazzi si parla di prolungamenti e ammodernamenti, ma al momento, come dicono gli autisti in servizio sulla linea, è meglio accontentarsi di quanto è rimasto. Che sarà anche poco, ma di indiscusso valore.

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